Luigi Ignazio Adorno, nato a Noto il 17 agosto 1917, è stato
un valoroso militare italiano.
Prima dello scoppio della guerra, Adorno stava per laurearsi
in Giurisprudenza, forse sarebbe diventato un brillante avvocato vista la sua
ferrea tenacia.
Il suo coraggio emerse quando le truppe anglo-americane
sbarcarono in Sicilia, era il 10 luglio 1943, l’operazione Husky era già
scattata.
Adorno era il comandante di un posto di blocco costiero nei
pressi di Avola, precisamente a Santa Venerina. Aveva a disposizione soltanto
22 uomini quando un fonogramma dal Maggiore Umberto Fontamaggi lo invitava a
una “resistenza a oltranza”.
Resistere era un’impresa senza speranza. Ma il sentimento patriottico
era più forte della morte in faccia.
Durante lo scontro, gli uomini di Adorno morivano uno dopo l’altro, lo stesso
comandante fu ferito al petto, ma continuò a combattere sino alla fine: con una
mano parava il sangue che sgorgava dal petto e con l’altra sparava ai suoi
nemici.
La superiorità numerica inglese era considerevole, la
sconfitta per Adorno e compagni era prevedibile. Il numero dei morti nel
bilancio finale parla da solo, e non può che rendere onore alla “resistenza a
oltranza” di Adorno e i suoi: 14 morti italiani da una parte, 105 morti inglesi
dall’altra.
Nel 1947, lo Stato gli concesse giustamente la Medaglia d’oro al valor
militare alla memoria.