Ettore Muti nacque a Ravenna il 22 maggio 1902, si distinse
come uomo d’azione, combattendo la Prima
Guerra Mondiale quando ancora 15enne, falsificando sui
documenti la sua vera età.
Dopo la guerra si batté a Fiume al fianco di D’Annunzio, che
lo soprannominò “Gim dagli occhi verdi”. In quegli anni fu affascinato da
Mussolini e il fascismo, entrando, di fatto, nei fasci di combattimento.
Durante gli anni ’30 conobbe il Duca Amedeo d’Aosta, che lo
spinse ad arruolarsi nella nuova Regia Aereonautica. Muti visse con entusiasmo
questa nuova avventura, ancora oggi detiene il record mondiale di ore di volo
in guerra.
Come uomo d’azione combatté in Etiopia, in Spagna e in
Albania. Muti riceve medaglie su medaglie per il suo operato, ancora oggi è
l’italiano più decorato per azioni di guerra.
Sul finire del 1939, Muti diventò segretario del Partito
Nazionale Fascista, incarico che durò circa un anno, perché “Gim” non gradiva
il lavoro da scrivania. Tornò all’azione con lo scoppio della Seconda Guerra
Mondiale.
Nel 1943 entra a far parte nei servizi segreti dell’arma,
precisamente nel Servizio Informazioni Aereonautica.
Dopo la caduta di Mussolini, Muti tornò verso Roma,
ritirandosi in una villa presso Fregene.
La notte del 24 agosto, una decina di carabinieri e un
personaggio in divisa color kaki, si presentarono da Muti prelevandolo dalla
sua abitazione. Durante il viaggio di ritorno in caserma, una sparatoria si
abbatté sul gruppo, nello scompiglio Muti fuggì e fu raggiunto da due colpi
sparati dai carabinieri.
La morte presenta evidenti contorni misteriosi. A quanto
sembra i carabinieri scelsero di fare una passeggiata nel bosco invece di
andare diretti nelle auto. Ma il fatto più strano è pensare che degli individui
sconosciuti fossero appostati nel bosco per sparare sulla terra e alzare un po’
di polvere. A rendere la vicenda ancor più sballata sono i fori di proiettile
presenti sul berretto di Muti, uno davanti e un altro dietro la nuca, entrambi
esplosi a distanza ravvicinata. Il che farebbe pensare di più a un’esecuzione.
Quella sera, nella casa di Muti erano presenti: l’attrice
Ficherova, l’attendente Masianello, la cameriera Concettina Verità e l’amico
Roberto Rivalta.
Fra i tutti presenti serpeggiò una certa vigliaccheria a favore
dell’omertà, nessuno rivelò che successe quella sera, tutti ad eccezione di
uno: l’amico Rivalta.
Rivalta dichiarò di aver identificato l’uomo misterioso con
la divisa kaki. Improvvisamente fu arrestato e trovato morto impiccato in
carcere.
Dopo più di settant’anni, la morte di Ettore Muti ancora non
merita la verità storica?