Ghino di Tacco visse fra il 1200 e il 1300, nacque presso La Fratta, rampollo della nobile
famiglia Cacciaconti Monacheschi Pecorai.
La sua attività di brigantaggio iniziò quando ancora
minorenne, la banda era composta da: il padre, il fratello e uno zio.
Nel 1279 la banda occupò e diede alle fiamme il castello di Torrita
di Siena, né seguì uno scontro con Jacopino da Guardavalle. Questo episodio
motivò la successiva condanna a morte del padre e dello zio di Ghino quando furono
tutti catturati nel 1285. La sentenza fu emanata dal giudice Benincasa da
Laterina.
Ghino e suo fratello si salvarono perché minorenni.
Ghino di Tacco tornò subito in attività, conquistò presto la
rocca di Radicofani, questa svettava su un importante via di passaggio per Roma,
la via Francigena.
Sulla via Francigena Ghino di Tacco metteva a segno le sue
incursioni. I suoi modi gli valsero l’appellativo di “ladro gentiluomo” o “brigante
buono”. Infatti, alle vittime derubate lasciava sempre un minimo per
sopravvivere, invece i poveri e gli studenti li lasciava sfilare
tranquillamente via.
Ghino non smise mai di covare un certo odio contro lo Stato
Pontificio e il giudice Benincasa. Così un giorno radunò 400 uomini, si mise
alla testa del gruppo guidandolo verso Roma, lì cercò Benincasa e quando lo trovò,
lo decapitò, infilando la sua testa su una pica, portandola alla rocca come un
trofeo.
La redenzione di Ghino, ci fu quando catturò l’abate di
Cluny, stretto collaboratore del papa, in viaggio verso San Casciano dei Bagni
per curare il suo mal di fegato e stomaco con le acque termali.
L’abate fu catturato prima da Ghino, che lo rinchiuse nella
sua rocca, cibandolo di pane, fave e vernaccia.
La strana dieta curò i mali dell’abate, che si sentì
riconoscente verso il bandito. Così pregò papa Bonifacio VIII di perdonarlo.
Non solo il papa accettò, ma lo nominò Cavaliere di S.Giovanni e Friere dell'ospedale di Santo Spirito.
Così come la nascita, anche la morte resta incerta. Forse
morì nel 1320 nell’odierna Sinalunga nel tentativo di placare una rissa.