Acquedotto

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giovedì 27 agosto 2015

Fecia di Cossato, l’asso affondatore suicidatosi dopo l’armistizio





Carlo Fecia di Cossato nacque a Roma il 25 settembre1908, fu un militare italiano, fedele alla Regia Marina, per la quale realizzò le sue imprese durante la seconda guerra mondiale.
Al comando del sommergibile “Enrico Tazzoli”, affondò ben 17 imbarcazioni nemiche, spingendosi sino alle coste americane.


Nel 1943 lasciò il comando dell’obsoleta Enrico Tazzoli per assumere quello della torpediniera “Aliseo”.
Fecia di Cossato apprese la notizia dell’armistizio appena giunto nel porto di Bastia a bordo dell’Aliseo. Oltre all’Aliseo nel porto arrivò anche la gemella “Ardito”.
Le due torpediniere si ritrovarono accerchiate dalle unità tedesche, loro alleate sino il giorno prima. L’Aliseo riuscì a sgusciare via, ma invertì di nuovo la rotta per salvare l’Ardito rimasta bloccata nel porto. Fecia di Cossato e i suoi affrontarono con successo ben undici imbarcazioni tedesche, salvando così la gemella Ardito.
Quest’impresa gli valse la medaglia d’oro al valor militare.

Rientrato in Italia, si oppose all’idea che tutte le navi italiane sarebbero state cedute alle forze alleate vincitrici.
In seguito si rifiutò di riconoscere il nuovo Governo presieduto da Ivanoe Bonomi, perché quest’ultimo a sua volta si era rifiutato di giurare fedeltà al Re.
Il 22 giugno 1944, Fecia di Cossato fu arrestato per insubordinazione. Molti equipaggi protestarono e alla fine ottennero la sua liberazione, venendo messo in licenza per tre mesi.
Il mondo di Fecia di Cossato si stava sgretolando, lui che aveva sempre combattuto per la Regia Marina in nome del Re e della Patria, si ritrovò di colpo smarrito. Subì una crisi di valori, così la notte del 27 agosto 1944, si puntò una pistola alla tempia e decise di suicidarsi.