Carlo Fecia di Cossato nacque a Roma il 25 settembre1908, fu
un militare italiano, fedele alla Regia Marina, per la quale realizzò le sue
imprese durante la seconda guerra mondiale.
Al comando del sommergibile “Enrico Tazzoli”, affondò ben 17
imbarcazioni nemiche, spingendosi sino alle coste americane.
Nel 1943 lasciò il comando dell’obsoleta Enrico Tazzoli per
assumere quello della torpediniera “Aliseo”.
Fecia di Cossato apprese la notizia dell’armistizio appena
giunto nel porto di Bastia a bordo dell’Aliseo. Oltre all’Aliseo nel porto
arrivò anche la gemella “Ardito”.
Le due torpediniere si ritrovarono accerchiate dalle unità
tedesche, loro alleate sino il giorno prima. L’Aliseo riuscì a sgusciare via,
ma invertì di nuovo la rotta per salvare l’Ardito rimasta bloccata nel porto.
Fecia di Cossato e i suoi affrontarono con successo ben undici imbarcazioni
tedesche, salvando così la gemella Ardito.
Quest’impresa gli valse la medaglia d’oro al valor militare.
Rientrato in Italia, si oppose all’idea che tutte le navi
italiane sarebbero state cedute alle forze alleate vincitrici.
In seguito si rifiutò di riconoscere il nuovo Governo
presieduto da Ivanoe Bonomi, perché quest’ultimo a sua volta si era rifiutato
di giurare fedeltà al Re.
Il 22 giugno 1944, Fecia di Cossato fu arrestato per
insubordinazione. Molti equipaggi protestarono e alla fine ottennero la sua
liberazione, venendo messo in licenza per tre mesi.
Il mondo di Fecia di Cossato si stava sgretolando, lui che
aveva sempre combattuto per la Regia Marina
in nome del Re e della Patria, si ritrovò di colpo smarrito. Subì una crisi di
valori, così la notte del 27 agosto 1944, si puntò una pistola alla tempia e
decise di suicidarsi.