Acquedotto

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domenica 16 agosto 2015

I Tre Martiri, giovani partigiani impiccati dopo una spiata




Il 16 agosto 1944, tre giovani partigiani vengono impiccati nella piazza principale di Rimini, verranno ricordati come “i Tre Martiri”.

Tutti e tre facevano parte dei GAP Gastone Sozzi: Luigi Nicolò morì a 22 anni, Mario Capelli 23 anni e Adelio Pagliarani 19 anni.

Il motivo della rappresaglia fu il sabotaggio ad una trebbiatrice, che doveva lavorare il grano destinato ai nazisti. Durante la missione, un gappista fu visto e riconosciuto, in seguito verrà catturato.
Il gappista catturato fu torturato sino a estorcergli i nomi dei suoi compagni. Questi crollò e confessò.
Capelli, Nicolò e Pagliarani furono così sorpresi e prelevati dai nazisti il 14 agosto. Assieme a loro c’era anche un quarto compagno, Alfredo Cecchetti, che riuscì a scappare.
I tre partigiani vennero torturati per ottenere altri nomi e varie informazioni. A differenza del compagno spione, i tre partigiani non tradirono i loro amici, difendendo il loro ideale anche a costo della morte.

Un tribunale tedesco, dopo due giorni di torture, decretò la condanna a morte tramite impiccagione.
I tre giovani affrontarono con coraggio la forca. Secondo la testimonianza del partigiano Libero Angeli, Mario Capelli prima di morire ma col cappio già intorno al collo gridò: “Viva Stalin!”, e gli altri compagni con un filo di voce gli fecero eco.
Per onorare la memoria, la piazza è tuttora chiamata Piazza Tre Martiri.