Acquedotto

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lunedì 3 agosto 2015

Il buon Ferrucci e il cattivo Maramaldo, condottieri rivali a confronto





Francesco Ferrucci nacque a Firenze il 14 agosto 1489, figlio di mercanti ma la sua indole era per la battaglia. Da ragazzo fece parte dei “Fanciulli di Savonarola” e all’età di 38 anni stava nelle “Bande Nere”.
Nel 1528 fu nominato commissario di Empoli, ma ben presto il suo nome si legherà alla città di Volterra e al rivale Maramaldo.


Nel 1530 Volterra insorse contro la Signoria e Ferrucci fu mandato lì per placare la rivolta.
Poco tempo dopo, alle porte della città ribelle, si presentò Fabrizio Maramaldo con i suoi combattenti. Quest’ultimo era un capitano di ventura al soldo degli spagnoli.
Nella città era ancora presente Ferrucci, e il Maramaldo inviò un messo per invitarlo a lasciare la città, ma questi rifiutò, intimando al messo di non tornare mai più da lui altrimenti l’avrebbe impiccato.
Ferrucci mantenne la parola, quando il messo tornò in città per creare zizzania fra i cittadini.
Presto Maramaldo passò all’azione, assediando la città. Ferrucci riuscì a resistere, ottenendo un’improbabile vittoria. Sul campo di battaglia entrambi gli schieramenti lasciarono più di 500 morti.

Dopo questa battaglia, ne seguì un’altra, quella di Gravinana. Ferrucci si scontrò a campo aperto contro le truppe di Filiberto di Chalos. Quest’ultimo morì in battaglia, mentre Ferrucci, ormai ferito, fu fatto prigioniero e portato al vecchio rivale Maramaldo.
La salute di Ferrucci era precaria, ferito seriamente a un ginocchio e probabilmente malato di malaria.
Maramaldo non vedeva l’ora di vendicare la sua sconfitta e la morte dell’amico messo, giustiziato in precedenza da Ferrucci. Ordinò ai suoi soldati pestare a sangue il prigioniero, ma questi, per onor di cavalleria, si rifiutarono.
Allora il Maramaldo spogliò il prigioniero e cominciò a picchiarlo, infine lo trafisse con una spada in gola. Prima di morire Ferrucci si rivolse a lui: “Vile, tu uccidi un uomo morto!

Negli anni a venire, la giustizia storica ha ricordato Francesco Ferrucci come simbolo di orgoglio e coraggio patriottico, al contrario di Fabrizio Maramaldo il cui nome diventò sinonimo di: “persona malvagia e prepotente contro i deboli o gli indifesi”.