Chaim Rumkowski è stato un polacco di religione ebraica,
capeggiò il ghetto di Lodz collaborando con i nazisti. Schiavizzò la sua gente
per salvarli o per sete di potere? La sua figura è tuttora discussa.
Prima dell’invasione tedesca della Polonia, Rumkowski era un
agente assicurativo, lavorava a Lodz, dove era anche direttore di un
orfanotrofio ebraico.
Aveva sempre avuto ambizione per gli affari, ma con scarso
successo.
I nazisti lo nominarono presidente dello Judenrat del ghetto di Lodz, sigillato il 30
aprile del 1940, con 164.000 persone all'interno.
Rumkowski era convinto che il lavoro avrebbe salvato la sua
gente, trasformò il ghetto in un massacrante campo di lavoro, così da renderli
utili ai tedeschi.
Rumkowski si dimostrò una persona affidabile per i tedeschi,
che lo inquadrarono come “unica figura autoritaria nel gestire e organizzare la
vita interna nel ghetto”, anche se ufficialmente restava un subordinato dell’ufficiale
tedesco Hans Biebow.
Forse Rumkowski soffrì di un eccesso di autorità, per
esempio impose al ghetto di utilizzare una nuova moneta interna, ribattezzata “Rumkin”.
Chi si oppose alla sua autorità fu duramente represso con la complicità della
polizia nazista, i leader protestanti furono condannati, assieme alle loro
famiglie, al non avere il permesso di vivere, quindi condannati a morire di
fame, oppure venivano deportati altrove, incontro a morte certa.
Nel 1942, iniziarono le deportazioni da Lodz ai campi di
sterminio. Circa 55.000 persone furono deportate nei campi della morte.
Rumkowski spiegò che tentò di convincere i nazisti per
ridurre il numero di ebrei da deportare, ma il suo tentativo fallì. Il capo
dello Judenrat confidava che il lavoro era l’unica salvezza per alcuni, ma non
per tutti. La sua selezione colpì numerosi anziani e bambini, persone non
idonee al lavoro. Resta famoso il suo drammatico discorso “Datemi i vostri
figli”, che implorava la sua gente di capirlo e di consegnarli i loro figli.
Si stima che almeno 20.000 bambini giunsero al campo di
sterminio di Chelmno.
Il 31 agosto 1944 arrivò la fine anche per Rumkowski. Costretto
anche lui a salire sull’ultimo trasporto per Auschwitz, trovò presto la morte. Anche
se la dinamica della sua morte è poco chiara, si presume che sia stato
assassinato per vendetta per volere di alcuni ebrei provenienti da Lodz.
La sua figura resta in discussione. Per alcuni è considerato
un traditore e un collaborazionista dei nazisti, per altri tentò di salvare la
sua gente rendendola utile ai tedeschi tramite il lavoro forzato.