Chi era Rudolf Hess? Fino allo scoppio della seconda guerra
mondiale fu una figura di spicco del nazionalsocialismo guidato da Hitler. Hess
era, infatti, il suo vice, il numero due, poi le sorti cambiarono e i misteri
si susseguirono sino alla sua morte.
Hess e Hitler si conobbero durante la prima guerra mondiale,
entrambi combattevano nel reggimento List. Dopo la fine del conflitto i
rapporti proseguirono, Hess si fece trasportare dai progetti politici di
Hitler, partecipò dunque al Putsch di Monaco e condivise la galera col futuro
Fuhrer, dove cominciarono a scrivere il Mein Kampf.
Hess era più testa che azione, rimase vice Fuhrer sino al
1939, poi diventò il numero tre, sorpassato da Hermann Goring.
Il 10 maggio 1941, mentre Germania e Gran Bretagna battagliavano
fra i cieli e i mari, Hess si paracadutò in Scozia, nei pressi di Lanarkshire.
Il numero 3 di Hitler fu subito arrestato, il Fuhrer lo
definì un “pazzo”, ma quali furono le ragioni di quell’azione? Le risposte si
dividono fra “iniziativa individuale” o “tentativo diplomatico”.
Esiste l’ipotesi che Hess sia arrivato lì col consenso di
Hitler, per intavolare una trattativa diplomatica per convincere la Gran Bretagna a spartirsi il
Mondo insieme alla Germania nazista. Tra l’altro prima della guerra Hitler aveva
vari simpatizzanti inglesi, che videro in lui “l’anticomunismo”.
Non ci fu nessun accordo e la guerra proseguì, Hess fu
dipinto come un folle dagli inglesi e come un traditore dai tedeschi.
Al Processo di Norimberga fu condannato per “cospirazione
contro il trattato di Versailles e crimini contro la pace”. Una condanna che
gli valse l’ergastolo nel carcere di Spandau nella Berlino sovietica.
La vita misteriosa di Hess continuò: tutti i suoi compagni nazisti
furono col tempo graziati e scarcerati, Hess rimase l’unico a non uscire mai di
galera. Quando Gorbacev era intenzionato a concedergli la grazia, Hess fu
trovato morto con un cavo elettrico intorno al collo. Morì all’età di 93 anni il
17 agosto 1987.
Hess oggi è molto considerato dai nuovi circoli neonazisti,
che lo dipingono come una vittima, ogni anno gli dedicano una marcia
commemorativa nell’anniversario della sua morte.